Un torrentello nel bosco

Cammino in giardino e guardo intorno. Non ho piantato annuali, quest'anno, per esempio mi mancano i colori e il profumo delle cosmee, che mi piacciono tanto. Però alcune piante, dopo 14 anni in questo posto, sono arrivate a maturità. E' una soddisfazione  che una creatura arrivi al suo culmine, mentre qualcun altro si perde, purtroppo. Alla fine di settembre il miscanthus zebrinus comprato dai ragazzi dell'Erbaio della Gorra dà il meglio di sé. I ciuffi di infiorescenze color bronzo hanno raggiunto i due metri. Il mio non è un giardino ordinato e preciso, ci provo, ma non riesco tanto. Il fatto è che mi piace che le piante crescano in forma libera, unendosi e mescolando i fiori, come succede ora fra una varietà di settembrini viola e i fiori di una salvia rossa. Rosso e viola è un accostamento choc che mi piace moltissimo. Poi però le masse dei settembrini sono tutte in viola e rosa sfumati. Anni fa venne un ragazzo a trovarci. Questo giardino mi piace, disse, anche la mia mamma ne fa uno così: selvaggio. Non sapevo se sentirmi lusingata o un pochino offesa, non mi pareva per niente selvaggio, ma piuttosto ben curato. Eppure la sua natura viene colta da chi viene e  questo ragazzo era un ingegnere abituato mentalmente all'ordine. Il giardino, con le piogge frequenti, è rimasto verde, e ho dovuto tagliare l'erba del similprato diverse volte. Finalmente si è ben sviluppato l'Helianthus Lemon Queen, che avevo comprato tanti anni fa da Didier Berruyer. Questa pianta ha un gran nome, ma non è che un cespuglio di girasoli perenni, o margherite gialle. Si potrebbe dire, come chi sostiene che non esistono più le mezze stagioni, che invece quest'anno sono mancate le stagioni intere, con l'inverno che è stato un lunghissimo autunno e l'estate che è stata una ancora più lunga primavera. Non ho annaffiato quasi mai, che significa tanto lavoro risparmiato. Ci sono state tante cose in questa estate. Le ragazze sono tornate a casa per un pò, prima l'una poi l'altra. Ora c'è la più grande che a giorni fa la laurea definitiva e non la vediamo mai, perché sta sempre all'Università. Un gran traguardo, per noi e per lei. La più piccola è stata qui a lungo e la sua presenza è stata un vero dono. Ora è andata a vivere col suo ragazzo lontano da qui. Mauro ha detto che prima di andarsene è venuta a prendere la forza per fare il salto a casa, dalla sua famiglia. Non so dire il calore e la gioia della sua presenza, solo se ci penso mi vengono le lacrime agli occhi. Le case e i giardini sono niente senza l'amore, eppure in qualche modo è la cosa più difficile e preziosa da coltivare. Un giorno siamo andati insieme in questo posto, nei boschi vicino a Monte Casale. Ci siamo andati noi tre, lei, io e il babbo che ha fatto le foto. 
qui sembra che qualcuno abbia spezzettato del materiale azzurro fra i sassi, ma è solo il riflesso del cielo sull'acqua