Metà ottobre: un giardino mezzo morto e Azolla caroliniana

la vasca con quello che resta delle ninfee e il tappeto di azolla






Metà ottobre. Ancora tutto secco. Un solo acquazzone ha dato al giardino e alla campagna un aspetto un pò meno assetato, come chi da un goccio d'acqua a un moribondo. Pensate a un malato grave che è stato lavato e pettinato, rimesso dritto a sedere sul letto, aggiustati i cuscini e gli hanno detto di sorridere. Il mio giardino ora è così. Sembrerò esagerata, ma bisogna esserci per capire. Gli astri settembrini sono di solito la meraviglia della stagione, ma quest'autunno sono rimasti stenti e hanno faticato a fiorire. Carlo Pagani, il maestro giardiniere, dice di cimare le varietà alte, perché così si evita di avere piante troppo allungate, pelate e secche al piede, che si accasciano sotto il peso dei fiori. Io ho cimato solo alcuni cespi che però, nonostante le annaffiature, sono rimasti bassissimi e fioriscono radi. Le dalie si sono bloccate come in un fermo immagine e fioriscono ora, pochino, ma bello!  Ne ho ritrovata una che credevo di aver perso, gialla a ponpon. Ne sono felice, tante sono le piante perdute per il grande caldo. Gli anemoni del Giappone che facevano una distesa sotto il noce sono quasi spariti, ci sono solo due fiori aperti. L'eleagnus ebbingei, che proprio ora doveva spargere il suo buon profumo, si è in gran parte seccato. Ho preso coraggio e ho cominciato a pulire, tagliare e potare come un boscaiolo. Ora il malato (il giardino) è almeno un pò più in ordine. Già l'ordine fa bellezza, come ho detto altre volte. Viene voglia di abbandonare tutto, sinceramente, anche se non potrei vedermi in una casa senza terra, mi annoierei a morte. E poi sono abituata a stare a contatto con la vita, anche se sofferente. 
Solo le salvie microphilla messicane, soprattutto la Hot Lips che mi regalò la mia amica Loretta,  fioriscono vivacissime e portano speranza. 
La vasca dei pesci si è coperta di un tappeto verde brillante: è la azolla caroliniana, una piantina che vive sulla superficie dell'acqua. E' arrivata con un loto: il loto è morto e lei è vivissima. Non ho un gran feeeling con i loti, non riesco a farli sopravvivere ed è davvero strano, perché sono molto resistenti. Il problema è che l'azolla copre tutta la superficie della vasca e bisogna toglierla continuamente. L'acqua con tutte le sue profondità e i riflessi non si vede più e i pesci si affacciano qua e là attraverso il tappeto di foglioline. Non sappiamo più quanti sono, se ci sono state vittime anche fra di loro, non dimentico che l'estate scorsa venne l'airone e magari è tornato e non ce ne siamo accorti...La primavera ci aveva portato via i due gatti neri fratelli, Roger e Orazio. Sono spariti e ancora mi fa male il cuore. 
In estate Gaia, la mia figlia più piccola, ci ha portato due gattine nuove. Una è bianca con delle macchie tigrate e l'altra è grigia come un certosino e bianca. La prima è più selvatica, ancora non le ho trovato un nome definitivo, un giorno che ha portato un serpe l'ho chiamata Cacciatrice, ma siccome ha occhi e comportamenti da Elfa, penso che la chiamerò così. La seconda è uno di quei gatti che sembrano un regalo del cielo per la gentilezza e la capacità di consolarti. Ha l'aspetto di una divinità egizia, Bastet, ma mia figlia ci ha studiato e ha detto che era piuttosto Sekmet, un'altra personificazione di Bastet, poi è venuta la Paola e ha detto che era troppo difficile e impegnativo, e siccome la bestiola è lunga e magrolina andava bene Secchet, altro che Sekmet. Fuori, all'aperto, la Sekmet, o Secchet, è meno attrezzata di quell'altra. Più dotata per le relazioni interspecie, con la Holly e gli umani, e meno preparata per la vita all'esterno.Va intorno alla vasca e prova a salire sulle foglie di ninfea, e crede che il tappeto di azolla sia erba. Questa è una cosa che ha fatto affogare parecchie persone nelle paludi, che credevano di poter camminare sul tappeto verde che sembra fitto e compatto e ci sprofondavano dentro. La piccola Secchet ha fatto lo stesso e è caduta tre volte nella vasca. E' uscita dall'acqua sempre da sola  e speriamo tanto, io e Mauro, che abbia imparato che non si fa.